«Sulla sicurezza Milano è tornata indietro di 30 anni»

L’Onorevole Maurizio Lupi, classe 1959, leader di Noi Moderati, è rientrato da qualche giorno da New York, dove ha concluso la nota maratona. Nato e cresciuto nella zona di Baggio, a Libero racconta il suo rapporto con la città e come nel corso degli anni l’abbia vista cambiare, non sempre in meglio. L’ex assessore all’urbanistica sottolinea l’importanza di garantire ai cittadini una città sicura e orientata al futuro, affinché «non diventi un precursore negativo di fenomeni».

È appena tornato dalla maratona di New York. A quale edizione siamo arrivati?
«È la l4esima edizione. Questa passione è nata quando ero assessore a Milano insieme a Sergio Scalpelli, che all’epoca era assessore allo sport. Dopo il grande successo della Stramilano, si è pensato di realizzare anche la maratona di Milano».

Qual è il suo rapporto con Milano?
«Milano è la mia città. È la città che ha accolto i miei genitori e ha permesso loro di vivere con dignità. Sono nato in periferia, nella zona di Baggio, e Milano mi ha insegnato che non necessariamente chi proviene dalla periferia cresce svantaggiato o diventa un delinquente.
Milano è una città che unisce il ruolo di capitale industriale dell’Italia e dell’Europa, ma allo stesso tempo è anche la capitale del terzo settore».

Come la vede cambiata?
«Milano continua a progredire, indipendentemente da chi la governa, è questo la sua forza. Tuttavia al momento sembra che si stia tornando indietro, alla metà degli anni ’90 quando il tema della sicurezza, della riqualificazione delle periferie e dello spaccio di droga
era molto rilevante. Dobbiamo prestare attenzione a questioni fondamentali come il diritto a vivere in sicurezza».

Che cosa può rendere una città più sicura?
«Se la città non viene governata adeguatamente e non le si dà una prospettiva positiva, corre il rischio di diventare un precursore negativo di fenomeni che non si riescono a controllare. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario creare un presidio visibile di
forze dell’ordine nelle strade, oltre a promuovere la riqualificazione urbana con interventi concreti, come quella in giardini e parchi. Tuttavia, tali interventi devono essere reali e non solo di facciata. La sicurezza è diventata un tema di grande rilevanza che non può essere più sottovalutato».

Pisapia, Sala uno e Sala due “sono stati anche errori del centrodestra, bravi gli altri meno bravi noi”. Come commenta le parole del ministro Matteo Salvini?
«Ciò che Matteo Salvini afferma è vero, c’è stato un errore da parte del centrodestra, e anche noi siamo responsabili. Abbiamo avuto la presunzione di guardare troppo al passato e non abbiamo avuto la giusta visione per il futuro».

Ci spieghi.
«La Milano che oggi conosciamo è anche il risultato del nostro impegno. Abbiamo realizzato progetti come City Life, Porta Nuova e la metropolitana M4, MS, ritenendoli il futuro della città. Il nostro errore è stato quello di non presentare un progetto percepito come credibile e serio, alternativo a quello della sinistra. Forse abbiamo sottovalutato alcune cose, anche rispetto ai candidati, forse, con tutto il rispetto per ognuno di loro. Non bisogna mai criticare i cittadini che votano, ma bisogna invece fare in modo che gli errori del passato
servano da monito per il futuro. Mi sembra che anche Sala si stia accorgendo di questo. Nei giorni scorsi ha lanciato un campanello d’allarme alla sinistra».

Le piacerebbe diventare sindaco della sua amata città?
«Mi piacerebbe continuare il nostro percorso con Matteo Salvini e gli altri, imparando dagli errori e contribuendo non solo al bene del Paese, ma anche al governo di Milano. Pertanto, affronteremo insieme la questione del nostro candidato, cercando di correggere
eventuali errori e trovare la soluzione migliore. Ad oggi è assolutamente prematura questa riflessione. Abbiamo ancora tre anni davanti e quindi come mi hanno insegnato i miei genitori bisogna vivere la quotidianità, un passo alla volta. Bisogna ricordarsi sempre che la
maratona è lunga, ha 42 km se parti troppo veloce non arrivi alla fine. Bisogna tornare a stare a fianco ai cittadini».

La preoccupano le manifestazioni e i cortei pro Palestina?
«Sono molto preoccupato, i giovani sono sempre un segnale e una spia. Noi abbiamo un grande compito, non quello di fare sermoni ai giovani, ma quello di aiutarli a sviluppare un senso critico. Servono segnali anche da parte delle istituzioni. È grave che il Consiglio di Milano non abbia avuto la capacità immediata di approvare una mozione unitaria sulla questione. Questo suscita grande preoccupazione. Solo la chiarezza di un giudizio permette di costruire le vie della pace e di evitare equivoci».

Cosa rappresenteranno le Olimpiadi di Milano Cortina 2026?
«Le Olimpiadi rappresenteranno ciò che ha rappresentato l’Expo nel 2015. Milano ha dimostrato al mondo la sua capacità e la sua efficienza, quindi sono convinto che sarà un’occasione grandiosa».

Quali sono le priorità per il centro destra in vista delle Europee?
«Innanzitutto, bisogna far comprendere che le elezioni di giugno saranno fondamentali perché l’Europa svolge sempre più un ruolo centrale. Lo abbiamo visto con il Covid, con le tensioni geopolitiche e con l’economia. Il centrodestra si presenterà con le sue diverse
anime. Come ha sottolineato la presidente Giorgia Meloni, il nostro obiettivo è che non prevalga un singolo partito di centrodestra, ma che le quattro anime che lo compongono possano essere protagoniste anche in Europa. Il mio compito è quello di rafforzare l’anima popolare del centro destra in Europa».