Gaetano Scalise:”ll garantismo non è un abito da cerimonia”

L’ANM scopre tardi i danni del processo mediatico, ma la civiltà giuridica richiede coerenza, non pose referendarie.

Alla fine, ma solo per timore degli effetti che la prossima battaglia referendaria potrebbe avere, anche l’ANM, nella voce del suo segretario, si è accorta delle distorsioni prodotte dai media, che troppo spesso imbastiscono processi paralleli a quelli che dovrebbero restare nelle aule di giustizia.

Ma questa tardiva resipiscenza può forse cancellare le innumerevoli volte in cui il processo mediatico è stato alimentato da notizie fatte filtrare da chi conduceva le indagini? O, peggio ancora, dalle consegne ai media di filmati e intercettazioni coperte da segreto istruttorio, la cui violazione ormai non conosce più reale sanzione?

Ed eccoci al punto. Per apparire paladini di una nuova stagione, ci si scopre improvvisamente “garantisti”. Ma no, cari signori: il garantismo non è un vestito elegante da indossare solo nelle occasioni speciali, magari quando c’è di mezzo un referendum. È un principio che vale sempre, perché in gioco è la civiltà giuridica del Paese.

E il principio è uno, semplice e non negoziabile: il giudice deve essere equidistante dal pubblico ministero e dal difensore. Lo dice la Costituzione. E lo ricordava, con forza, Giovanni Falcone.

Gaetano Scalise, Responsabile Giustizia Noi Moderati, X IL TEMPO