Stop al fine vita in Veneto, Lupi: “Anche io avrei detto no, ma ora tocca alle Camere”
“Se fossi stato nel consiglio regionale veneto anche io avrei votato contro la proposta di legge sul suicidio assistito”, dice senza giri di parole Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati.
Perché?
“La nostra Costituzione non prevede il diritto al suicidio ma il diritto e dovere di tutelare la vita anche nell’ultimo tratto del suo cammino”.
Dica la verità: ha esultato quando ha conosciuto l’esito della votazione.
“No, non esulto più su questi temi da quando, al tempo della vicenda di Eluana Englaro, lessi un’intervista di Enzo Jannacci in cui lui diceva: ’C’è bisogno della carezza del Nazareno’, ovvero di un atto di misericordia che spinga ognuno a interrogarsi sui motivi per cui una persona sceglie di mettere fine alla sua vita. Ma è chiaro che sono stato contento del voto”.
Si potrebbe dire che il Veneto ha tentato di riempire un vuoto legislativo lasciato dal Parlamento su cui la Consulta più volte aveva chiesto di intervenire?
“Il Veneto non poteva colmare questo vuoto, lo ha detto anche Zaia, non aveva il potere! In ogni caso la Consulta ha chiesto al Parlamento di legiferare, non di introdurre l’eutanasia”.
Ma non è arrivato il momento che il Parlamento faccia una legge?
“Assolutamente sì, ma la legge che il Parlamento deve fare non è sul suicidio assistito, ma su come dare dignità all’ultimo tratto del cammino delle persone, anche quelle malate terminali, sulle risorse da dare per garantire a tutti, qualunque sia il reddito, di poter essere accompagnati nell’ultimo tratto della loro vita, deve poi assicurare le cure palliative e impedire l’accanimento terapeutico”.
Racconta Marco Cappato che all’Associazione arrivano 7 richieste al giorno per un aiuto a morire, 40 per avere informazioni sul fine vita, il testamento biologico le cure palliative.
“Io ritengo che l’uomo sia libero di decidere cosa fare della sua vita, ma non può chiedere allo Stato di mettere fine alla sua esistenza. L’iniziativa dell‘Associazione Luca Coscioni e di Cappato è strumentale, serve solo a piazzare l’ennesima bandierina: l’eutanasia come un diritto. Hanno raccolto 9mila firme sulla proposta di legge, ma il Veneto ha 5 milioni di abitanti. Rispetto quelle firme, ma non sono la maggioranza. È da presuntuosi pensare che in Italia tutti vogliono il diritto all’eutanasia e al suicidio assistito”.
Come interpreta il segnale che viene dal Veneto?
“Prima di tutto, il confronto sui temi etici non deve diventare uno scontro tra tifoserie. In secondo luogo, lo dico a Cappato, mai cercare scorciatoie: legiferare sul fine vita è una competenza dello Stato, non delle Regioni che hanno il potere invece di legiferare sui livelli essenziali di assistenza”.
Luca Zaia ha sbagliato a mettere la faccia su questa battaglia?
“No, non è mai sbagliato difendere le proprie idee: su questo punto è stato coerente, e va rispettato. L’errore che ha fatto è quello di aver accettato la provocazione dell’Associazione Luca Coscioni, alla ricerca di un grimaldello per le questioni che loro difendono”.
L’affossamento della proposta lo indebolisce? È una sconfessione di Zaia? Il centrodestra si è diviso nel voto.
“Premesso che è stato un voto trasversale, questa è la democrazia, non vedo una sconfessione politica di Zaia e mi auguro che non lo sia. Se poi all’interno della Lega ci sono dei problemi, se la vedranno fra di loro. Io ritengo che sia stato un ottimo presidente del Veneto, anche se su questi temi ha idee diverse dalle mie”.
In somma, è ancora in corsa per il terzo mandato in Veneto?
“Il terzo mandato, come ha detto Giorgia Meloni, lo discuteremo in Parlamento. Per ora Zaia continui a governare bene come ha fatto fino ad adesso. Fra due anni vedremo”.
Intervista all’On.Lupi de “Il Resto del Carlino”, 17/01/2024