Quando ieri ho sentito dire al Senato: “Passiamo dalla diplomazia delle armi alle armi della diplomazia” mi sono cadute le braccia. Scusate, ma è un gioco di parole disarmante, semplicistico, falso. Uno slogan inadeguato per una discussione dentro il Parlamento. Davvero qualcuno può pensare che ci sia chi auspica la guerra?
Quello che sta accadendo in Ucraina è diverso: abbiamo deciso di aiutare l’aggredito a resistere all’aggressore, che è la Russia se qualcuno non lo avesse ancora ben capito, attivando contemporaneamente tutti i canali diplomatici possibili per convincere l’invasore a desistere. Noi non abbiamo cambiato idea: aiutare l’Ucraina vuol dire aiutarla affinché possa continuare a esistere e vivere, fino in fondo, senza ipocrisie.
Che non si possa mai dire dell’Ucraina quello che si diceva degli antichi Romani: “Desertum fecerunt et pacem appellaverunt”, fecero un deserto e lo chiamarono pace, ma le molte città e villaggi rase al suolo dai russi purtroppo non fanno ben sperare.
Questa è la realtà, indipendentemente da cosa si scrive sui social. Noi con l’Italia, davanti a tutto questo, non ha dubbi da che parte stare.
On. Maurizio Lupi