On.Romano : «momento difficile, serve responsabilità»

 

Ci troviamo in uno dei momenti più difficili che l’Italia abbia affrontato dal dopoguerra, ancor di più se consideriamo le crisi geopolitiche, quelle geoeconomiche e le guerre non molto lontane dal nostro territorio e pur vicinissime ai nostri interessi. La lenta ripresa dopo la crisi pandemica, che ha portato alla chiusura di circa 240 mila imprese italiane, sembra essersi fermata per un combinato di eventi molto impattanti nello scenario micro e macro economico italiano. Da un lato la crisi energetica e delle materie prime, dall’altro il nostro indiretto coinvolgimento nel conflitto Ucraino ed ancora le opinabili scelte operate dalla BCE con l’aumento repentino dei tassi d’interesse, nonché la difficile gestione dell’importante flusso migratorio sulle nostre coste, hanno messo a dura prova famiglie ed imprese. Da alcuni giorni siamo costretti a fare i conti, in ragione prospettica, con gli effetti di un conflitto, scatenato dalla furia terroristica di Hamas contro Israele, appena iniziato e che potrebbe avere ulteriori effetti dirompenti sia sul piano umanitario sia su quello economico. Questo quadro merita una approfondita analisi degli scenari economici possibili ed un grande senso di responsabilità nelle scelte che il Governo prima ed il Parlamento poi sono chiamati ad operare. Stigmatizziamo fortemente la scelta della politica monetaria dell’ Unione Europea che, alzando il tasso d’interesse al 4.5%, ha finito per provocare un effetto paradosso nel nostro Paese: anzichè fermare la spirale inflazionistica, l’ha alimentata. Attraverso la riduzione del potere d’acquisto dovuto all’aumento dei mutui e dei servizi bancari, le piccole e medie imprese non hanno potuto far altro che ribaltare sui prezzi il costo del denaro, contraendo la domanda, da cui si è visto ridurre il potere d’acquisto, ed infliggendo un forte rallentamento alla produzione. Questo il contesto generale nel quale il Governo in carica da un solo anno – il primo governo politico di centrodestra dopo undici anni, ha compiuto un grande sforzo per rispondere alle crisi con misure coraggiose. Ci piace però esser chiari: sugli extraprofitti bancari, così come sugli extraprofitti energetici ci saremo aspettati una linea di resistenza più alta. Ebbene, oggi il ricorso all’indebitamento con uno scostamento di bilancio è l’unica strada possibile, poiché la prudenza contabile ed il realismo politico devono coniugarsi con una visione strategica della nostra società che deve superare ogni crisi evitando che questa venga pagata dalle fasce sociali più deboli e dal nostro sistema produttivo. Faccio esplicito riferimento alle politiche necessarie a ridurre il cuneo contributivo anche nel 2024 e ai rinnovi della Pubblica Amministrazione, che coinvolgono tantissime famiglie in attesa di rinnovo del contratto, ed in particolare al comparto sanitario che ha la necessità di essere aiutato e premiato, non solo per il duro lavoro svolto in pandemia, ma anche a tutte quelle politiche volte ad aiutare le nuove famiglie nel percorso della natalità ed in particolare alla conciliazione lavoro – famiglia tema fondamentale soprattutto per le donne. Mi riferisco anche alle politiche a sostegno delle piccole e medie imprese con soluzioni che le rafforzino sia nel patrimonio sia nella competitività. Abbiamo a cuore i problemi reali dei cittadini italiani e ci rallegra sapere che oggi, attraverso le politiche di questo Governo, il 61.5% della forza lavoro risulta essere occupata. Abbiamo davanti a noi una stagione che ha bisogno di coesione e collaborazione ed è per questo che siamo attenti a quelle proposte, che se pur vengono dall’opposizione, meritano una nostra ulteriore riflessione, ed in alcuni casi il nostro apprezzamento. E’ per questo che votiamo in modo favorevole alla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, consapevoli di rappresentare al meglio le aspettative di chi chiede innanzitutto a questo autorevole consesso scelte di responsabilità in una congiuntura delicatissima.

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