Nel 2020 il PIL italiano è sceso sotto la soglia dei 1.600 miliardi euro. Si tratta del livello più basso dal 1997, è come se l’Italia fosse tornata indietro di 23 anni. A fronte di questa notizia drammatica, che da sola dice la grave emergenza in cui si trova l’Italia, trovo surreali le discussioni sul #CodiceDegliAppalti, se vada o no riscritto e come eccetera eccetera.

Non è più tempo di discussioni e di posizionamenti ideologici, è tempo di sbloccare gli appalti, di creare lavoro e occupazione.

Il presidente del Consiglio è stato chiaro nel suo discorso programmatico al Parlamento: occorre ”pianificare, progettare ed accelerare gli investimenti con certezza dei tempi”. Questo vuol dire semplificare e sburocratizzare. Non si tratta di inventarsi chissà che, basta essere coerenti con ciò che tutti i sostenitori del governo Draghi hanno sottoscritto: l’europeismo.

Per far ripartire gli #appalti non serve niente di più e niente di meno dell’applicazione delle norme europee in materia.