Lupi: “Ora va creato un nuovo soggetto per rappresentare il PPE italiano”

ROMA C’è un dato che conta molto più di quanto, percentualmente, può aver portato il suo partito alla lista comune FI-Svp e Noi moderati: <<Esiste una proposta moderata di centrodestra che rappresenta una storia comune, che è coesa, che ha gli stessi valori, che si riconosce nella stessa famiglia politica del Ppe, e che ha avuto il consenso degli elettori in misura maggiore della semplice sommatoria delle sigle».

E questo cosa vuol dire, Maurizio Lupi, leader di Noi moderati?

<<<Che esiste uno spazio sul quale possiamo lavorare nei prossimi tre anni che ci separano dalle Politiche. Non sciogliendo questo o quel partito in un altro, ma creando un nuovo soggetto politico che rappresenti il Ppe italiano. E che possa essere di richiamo anche per altre forze che in queste elezioni europee si sono trovate senza una rappresentanza, perché divise, senza
un progetto chiaro».

 

Si riferisce ad Azione e Renzi?

<<Anche, dipenderà da quello che sceglieranno di fare. Perché una cosa è chiara. Anche con il sistema proporzionale, come ha detto Giorgia Meloni, il nostro Paese sta diventando sempre più bipolare, e se andrà in porto la riforma istituzionale lo sarà sempre più. E da noi, forti di un governo che ha avuto un grande riconoscimento degli elettori come ci dicono i voti di lista di ciascuno, quel centro c’è già, con i suoi valori e la sua centralità. Quello per cui non c’è spazio è un terzo polo autonomo fatto di varie ani- me anche molto diverse tra di loro, da quella cattolica a quella liberale a quella più sociale. Sta a loro scegliere».

Tajani ha detto che è pronto a lanciare una iniziativa per allargare l’area.

«Siamo d’accordo, dobbiamo appunto capire come e con quali regole. Ma è un obiettivo comune. Per contare di più sia in Europa che in Italia».

 

Ma voi quanto avete portato alla lista, che è riuscita anche se di poco a superare la Lega?

«Intanto il valore aggiunto è stato quello di unire i nostri simboli cioè le nostre storie, poi se dovessi guardare alle preferenze prese (oltre 140 mila) dai nostri candidati che ringrazio tutti sarebbe riduttivo. Quel che conta però è che questo sorpasso è stato possibile anche grazie a noi, perché appunto i partiti separati avevano preso nel 2022 meno voti di quanto hanno fatto oggi insieme. Abbiamo innescato un processo virtuoso, che dobbiamo cercare di portare avanti».

Quanto conta il sorpasso?

«Sinceramente, nessuno di noi ha fatto campagna contro gli alleati, ciascuno ha rivendicato con orgoglio la propria identità. E non cambierà nulla a livello di governo, che ne esce rafforzato. Ma è chiaro che essere la seconda forza del centrodestra ci dice che siamo sulla strada giusta».

 

Che ne pensa dell’affermazione delle opposizioni?

<<Nel bipolarismo è solo positivo che ci sia all’opposizione un partito solido come il Pd e non la frammentazione. Certo siamo distanti, ma a tutta la politica fa bene avere un polo conservatore da una par- te e uno progressista dall’altro entrambi credibili».

In Europa Meloni che farà? Voterà con Ppe e Socialisti europei, anche se a questi ha sempre posto il veto?

<<Il pallino ce l’hanno i popolari e quello che conterà sarà che tipo di governo si vorrà costruire, per affrontare nuove sfide epocali. Io credo che Meloni anche dopo questo risultato potrà giocare un ruolo fondamentale, da leader dei Conservatori e premier italiana. Io consiglierei ai popolari di aprire un dialogo con i conservatori».

E il veto di Meloni?

<<I veti si pongono e si ritirano, in politica… L’importante per l’Italia è essere protagonista del cambiamento dell’Eurора».

 

Apertura ad Azione e lv?

<<E chiaro che il Paese sarà sempre più bipolare, non c’è spazio per un terzo polo stile Margherita»

Intervista al Corriere della Sera