Lupi: «Noi cresciamo in modo importante Cavalcare il malessere non paga»
Il leader di Noi moderati: Federarsi con FI? Adesso stiamo costruendo la quarta gamba del centrodestra.
Una sconfitta in qualche modo attesa, che «non pregiudicherà certo i rapporti nel centrodestra». Non solo perché «in questa tornata elettorale si è votato in tre Regioni e una, difficilissima, l’abbiamo vinta con Bucci», mentre una partita era quasi ingiocabile (in Emilia-Romagna) e in Umbria «bisogna rispettare il giudizio degli elettori». Ma anche perché ha mandato messaggi importanti per la coalizione. Per Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, il voto ha anche aspetti significativi in generale e positivi per il suo partito: «Noi che interpretiamo le istanze di centro della coalizione stiamo crescendo in modo molto importante». Lo dimostrano i dati: in Umbria il 3% (alle scorse elezioni lo 0,5), in Emilia-Romagna con FI seconda lista del centrodestra, in Liguria con 3 consiglieri e un assessore ma anche in comuni grandi come Anzio e Nettuno con i lusinghieri 6% e 4,5%.
Che segnale arriva quindi da questo voto?
«Due dati emergono. Il primo è l’astensionismo, ormai un trend stabile. Tutti i partiti, maggioranza e opposizione, devono chiedersi perché la metà degli elettori non va più a votare. Io credo che i toni violenti, con uscite come “rivolta sociale”, “zecche rosse”, “ritorno al fascismo”, i rigurgiti di antisemitismo diffusi in scuole e università fanno allontanare dalla politica gli elettori».
Ma lei rivendica che non si allontanano da voi.
«È l’altro segnale importante, che per noi del centrodestra è una grande forza. Oggi il mio partito è ormai una delle quattro proposte della coalizione, ed è un partito moderato, profondamente convinto di dover costruire una economia sociale di mercato, libero mercato ed equità sociale, attento ai grandi temi del quotidiano — a partire dalla natalità —, che non crea polemiche ma cerca di dare risposte agli elettori».
Il contrario della Lega, insomma, che continua a perdere i voti. I partiti «protestatari», come appunto Lega e M5S, soffrono di più?
«La Lega ha una sua identità ed è legittimo, ma una cosa è vera. Ci sono fasi in cui cavalcando il malessere, la pancia degli elettori, si vince. Un po’ come quello che è successo in America con Trump, capace anche di approfittare della chiusura dei Democratici nella torre eburnea, del perdere il contatto con gli elettori. Ma in altre fasi serve altro».
Il centro appunto?
«Serve non un medico che se hai mal di pancia ti dice “certo, è vero, terribile” e poi non ti dà cure, ma uno che ti sta vicino, che ti assicura che, magari lentamente, ma guarirai, ti ascolta. E noi abbiamo la classe dirigente, le risposte, i programmi per farlo. Sono entrate esponenti politiche di gran livello come Carfagna, Gelmini, Versace che vengono da un terzo polo che ha fallito, ma abbiamo anche tanti esponenti del governo del territorio. Nella nostra Assemblea nazionale aperta che si chiamerà “Un nuovo inizio per l’Italia” accoglieremo chi vorrà venire con noi».
Ma vi federerete con FI o no?
«Adesso stiamo costruendo la quarta gamba del centrodestra, c’è uno spazio enorme tra astenuti e delusi del centrosinistra, dove Schlein estremizzando il Pd sta divorando gli alleati. Da noi è diverso, Meloni ha capito benissimo che un centrodestra in grado di offrire più visioni restando coeso è quello che chiedono gli elettori. E sa, come tutti dobbiamo sapere, che la nostra prossima sfida non saranno tanto le Regionali del 2025, dove pure dovremo trovare candidati capaci, visto che c’è la regola del doppio mandato e in Veneto bisognerà cambiare, ma le Politiche del 2027. E per farlo bisogna sapere governare. Quello che i moderati da sempre sono capaci di fare».
Intervista al Corriere Della Sera