Lupi: «FI e Noi Moderati, possiamo raggiungere un grande risultato»

 

«Non è una fusione e non è un semplice contributo». L’intesa tra Forza Italia e Noi Moderati siglata ufficialmente ieri per la presentazione di liste comuni alle Europee sotto lo stesso simbolo che mette assieme i due partiti nel nome di «Berlusconi presidente» è, secondo Maurizio Lupi, l’ambizioso progetto di riportare il centro moderato, se non ai fasti del Pdl nell’immediato, a «contare in Europa e rappresentare una vasta area di elettori che non hanno trovato rappresentanza». Dopo mesi di trattative, si è arrivati alla fine all’accordo tra le due forze del Ppe e del centrodestra, visto anche che le recenti prove elettorali le hanno entrambe premiate e i sondaggi fanno ben sperare.

 

Se non è una fusione, il simbolo unico alle Europee serve a superare il 10%, come è sicuro Tajani?

«Certamente puntiamo a un risultato a due cifre, ma il nostro obiettivo non è solo sommare i voti di un partito all’altro. Noi speriamo che l’unione di due forze che provengono dalla stessa storia, che rappresentano il popolarismo — determinante in Europa ma sottorappresentato oggi in Italia —, che guardano al futuro ispirandosi a persona al centro, libertà e sussidiarietà, possa essere un moltiplicatore di consensi».

 

A chi pensate di prendere questi voti? Forse a una Lega in crisi?

«Tutto ci interessa tranne fare la corsa al voto in più rispetto ad alleati. Certo, queste sono elezioni proporzionali e ognuno cercherà legittimamente i propri consensi, noi per esempio non pensiamo che parole d’ordine sovraniste e nazionaliste siano attuali in un’Europa che non è più quella del 2019, ma che anzi dopo il Covid ha dimostrato che solo con l’unità si possono raggiungere risultati, come i fondi comuni per il Pnrr».

 

Quindi, se non alla Lega, a chi?

«Tutti i sondaggi danno un’area cosiddetta di centro che va dal 20 al 25%, ma mai nessuno è riuscito a farne un partito terzo dai due schieramenti, semplicemente perché questo spazio politicamente non c’è. Anche il Terzo polo che pure ha ottenuto alle Politiche l’8%, si è sfaldato subito dopo perché in un sistema bipolare o stai al governo o stai all’opposizione. Anche Renzi, alla fine ,si è alleato con Bonino in vista delle Europee, guardando a sinistra ritornando al suo schieramento. E noi vogliamo farlo nel centrodestra. Vogliamo rappresentare una forza tranquilla, citando Mitterrand, in un mondo che ha bisogno di punti fermi e idee chiare, di serietà e concretezza».

 

Ma se alle elezioni gli italiani vi premiassero, si può immaginare la nascita di un partito comune, che magari si apra anche ad altre forze?

«Un passo alla volta. Adesso ci presentiamo insieme, per contare di più in Europa e per essere forza di equilibrio in Italia nel governo, in leale collaborazione con la Meloni che da premier è punto di riferimento autorevole e di unione della coalizione. Poi vedremo. In Piemonte andremo in accordo con Cirio con liste separate, ma la nostra intenzione è rafforzare il centro, oggi e in futuro».

 

Presenterete candidature eccellenti?

«Stiamo definendo le liste, il 20 aprile faremo il consiglio nazionale come lo farà Forza Italia e sì, pensiamo di presentare candidati autorevoli. Non dico ancora i nomi, ma saranno simboli anche di temi come la Sanità, che tanto ha caratterizzato l’evoluzione dell’Europa durante e dopo il Covid. Con una visione europeista, senza additare presunti nemici come è successo con il caso Speranza, con un attacco che io ritengo scriteriato perché chiunque si fosse trovato nella sua situazione avrebbe avuto delle difficoltà. Siamo una forza popolare e moderata , seria. E seriamente ci comporteremo».

Intervista al Corriere della Sera