Maurizio Lupi aveva previsto tutto: «Il loro era un matrimonio forzato, infatti è finito»
Il leader dei Moderati: il nostro è un progetto centrista chiaro, loro non sono né carne né pesce. E per le Europee…
POPOLARI E CONSERVATORI «Il prossimo anno si vota in Ue e potrebbe essere per la prima volta la vittoria del fronte popolare e di quello dei conservatori contro i socialisti. Noi lavoriamo in tal senso»
Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, da tempo aveva previsto lo sfaldamento del Terzo Polo perché «i matrimoni forzati non stanno in piedi», spiega, «lo di dicevamo già in campagna elettorale. La crisi tra Azione e Italia Viva è
la dimostrazione che se non c’è una ragione per stare insieme e un progetto politico serio che fa lavorare uniti
anche di fronte alle difficoltà, si comincia a litigare e quando litighi senza volerti bene puoi anche mettere delle pezze ma non vai da nessuna parte».
Voi moderati come pensate di approfittarne?
«Noi abbiamo una proposta politica molto chiara, all’interno del centrodestra, a sostegno di questo governo che
si è posto obiettivi precisi di bene comune in aiuto delle famiglie e delle imprese; una proposta che si basa sulla responsabilità, sulla libertà, sulla sussidiarietà, sulla concretezza, mentre il Terzo Polo alle Politiche ha illuso i propri elettori, ma già alle Amministrative si è visto che l’illusione era finita: il risultato clamoroso del Friuli Venezia Giulia dimostra che la somma di Azione, +Europa e Iv fa il 2,6 per cento, noi soli
con la nostra lista abbiamo preso il 2».
In un sistema polarizzato come l’attuale c’è spazio per il centro?
«Certo, per un centro di governo che duri cinque anni. Da trent’anni, grazie all’intuizione di Silvio Berlusconi, il
centrodestra è forza di maggioranza nel Paese. La sfida è mettere insieme la proposta popolare e moderata».
I sondaggisti dicono che oggi un partito di centro è “necessario”.
«Inseguire i sondaggisti è come inseguire l’Araba fenice o aspettare Godot. Elettoralmente c’è uno spazio al centro da colmare, ma deve essere incluso in una proposta più ampia, che è quella della coalizione di centrodestra».
Ma non rischiate di essere cannibalizzati da Fratelli d’Italia che è sempre il primo partito?
«Fdi è il primo pilastro della coalizione, ma si tratta di rafforzare, anche nell’interesse di Giorgia Meloni, un altro pilastro fatto di Noi moderati, di Forza Italia e di tutti coloro che in Europa si riconoscono nel Partito popolare,
in attesa di capire dove si colloca la Lega a livello europeo».
Auspica un Pdl 4.0?
«Il Popolo delle Libertà è stata un’intuizione molto forte di Berlusconi, ricordo che alle elezioni del 2009 prese il
39%. Ora ci avviciniamo alle Europee, che saranno proporzionali, e penso che per la prima il governo dell’Ue potrebbe essere guidato dai Popolari e dai Conservatori, anziché dal Ppe e dai Socialisti. E noi lavoriamo per unire: il 20 e 21 maggio ci sarà il nostro congresso, l’obiettivo è rafforzarci».
È pensabile che lei, Berlusconi e Renzi vi mettiate attorno a un tavolo per creare un rassemblement di centro, oppure è fantapolitica?
«Mi sembra fantapolitica. Il Terzo Polo nasce a sinistra, Renzi è stato segretario del Pd e la prima scelta che
chiunque dovrebbe fare è il campo nel quale giocare. Se uno non risolve questo equivoco non è né carne né pesce. Le Regionali in Lombardia lo hanno dimostrato benissimo: l’esperimento terzopolista è fallito».
Lei e Renzi siete i maratoneti della politica, ma sa com’è la battuta: il centro corre corre, ma non si sa dove va. Cosa risponde?
«Chi fa la maratona sa benissimo quale sia il traguardo. E Renzi sa che il mio tempo è migliore del suo».