Perché questa ennesimo disastro annunciato non passi invano, come l’acqua che ha trascinato giù pietre malmesse e vite umane, dobbiamo fare di Casamicciola un emblema. Il simbolo di ciò che in politica deve cambiare. Il segnale del fatto che abbiamo capito. C’è bisogno di una politica che risolva i problemi. Di una politica di leader, non di follower. Di una politica che sappia recepire le istanze delle persone e farne programma di governo, ma che si assuma le sue responsabilità, come il presidente del Consiglio ci ha invitato a fare fin dal suo discorso programmatico. Di una politica che oltre ad ascoltare sappia farsi ascoltare, anche a rischio dell’impopolarità, sfidando la paura dei sondaggi del giorno e di qualche like in meno sui social.Iniziamo col chiederci cosa è stato sbagliato a Ischia, sapendo che c’è un concorso di fattori. Chiediamoci quali politiche inadeguate siano state portate avanti in passato e cosa non abbia funzionato nei giorni scorsi nella catena di allarme. Chiediamoci come si possa migliorare la capacità di prevenire danni alle persone e alle cose. E, già che ci siamo, chiediamoci a che punto siamo con la messa a terra dei progetti previsti dal Pnrr e con gli impegni di spesa. Non perché il Pnrr sia una bacchetta magica o una panacea per tutti i mali, ma perché al suo interno prevede capitoli ben precisi dedicati ad esempio al rafforzamento della capacità previsionale degli effetti del cambiamento climatico, così come alla prevenzione e al contrasto degli effetti del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio.E chiediamoci se, nell’eventualità di una revisione del Piano per aggiornarlo alle nuove emergenze che il nostro Paese si trova ad affrontare, il rischio idrogeologico non debba forse trovare uno spazio ancora maggiore in termini di investimenti.

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