Nella provincia di Trieste stanno affluendo da anni migliaia di migranti irregolari attraverso la rotta balcanica.
Le politiche migratorie nazionali non sono sufficientemente attive per fronteggiare un tale numero di infiltrazioni nel nostro territorio. Il limitato numero di operatori di polizia in quell’area geografica, fra personale in pattuglia e personale degli uffici, a fronte di un costante aumento della migrazione irregolare, circa 4.200 migranti nel 2020 e già 5.200 a settembre 2021.
Negli oltre 50 chilometri che circondano la città di Trieste, al confine con la Slovenia, sono in servizio solo due o tre pattuglie della polizia di frontiera, coadiuvate da militari del progetto strade sicure, che hanno il compito di vigilanza e intercettazione dei migranti, mentre alla polizia spetta l’accompagnamento presso gli uffici, la foto segnalazione identificativa e le documentazioni di rintracciamento.
il 7 ottobre 2021, la polizia di Trieste ha arrestato quattro passeur sloveni per favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina: sono stati bloccati dopo aver accompagnato in auto (e lasciato in prossimità del confine tra Italia e Slovenia) cinque migranti turchi, come ha riportato Rainews24.
Al contempo, la Polizia di frontiera sul confine orientale ha assoluta necessità di rinforzi, per poter gestire efficacemente l’aumento di profughi provenienti dall’Afghanistan, a causa dei recenti cambiamenti politici avvenuti in quel Paese, con il ritorno al potere dei talebani.
Considerato pure il rischio di infiltrazioni terroristiche nel grande flusso migratorio abbiamo chiesto se il Governo non intenda assumere opportune iniziative per garantire una più efficace azione di contrasto all’immigrazione clandestina al confine italo-sloveno, rinforzando il contingente di polizia presente sul confine e intraprendendo una decisa iniziativa diplomatica nei confronti del Governo sloveno, al fine di coordinare in sicurezza la gestione dei flussi migratori al confine tra i due Paesi.
On. Alessandro Colucci