Il Riformista, Fazio: “I moderati avranno un ruolo crescente. Siamo sempre stati l’anello di congiunzione e di dialogo.”
Maria Chiara Fazio, Vicepresidente di Noi Moderati, ha la delega per i rapporti con il PPE. Le parliamo mentre fa il suo ingresso, a Valencia, nel congresso del PPE
«Questo congresso è particolarmente significativo sia per il PPE che eleggerà la sua nuova governance, con dieci vicepresidenti, sia per l’intera Europa: il PPE esprime il gruppo più numeroso nel Parlamento Europeo, ha 14 commissari, la Presidente della Commissione europea e del Parlamento europeo. Oltre a 15 capi di Stato e di governo che con Merz diventeranno sedici. Ha una voce particolarmente rilevante in un momento storico in cui sicuramente l’Europa, come dimostra questa vulnerabilità delle infrastrutture energetiche, vive la sua fase più delicata e complessa».
Come definirebbe lo scenario?
«Di policrisi. Cioè di crisi multipla, simultanea. Con tante sfide esterne ed interne, che si intrecciano, a cui è necessario rispondere: commerciale, energetica, di autonomia nella difesa e sicurezza».
In questa policrisi, ci sono anche momenti di dialogo importanti. La visita a Roma di Ursula von der Leyen per i funerali del Papa avrebbe potuto essere più fruttuosa?
«La visita a Roma è avvenuta in una circostanza molto particolare, erano i funerali del Papa. Non il luogo dove fare politica. Qualcuno – anche in forza del testamento spirituale (penso soprattutto alla pace) – si è ricavato qualche minuto per stabilire un dialogo, ma saranno individuate le sedi opportune per dare forza ai vertici, sui dazi come per la pace in Ucraina. A livello economico non si può che sperare in un prossimo incontro tra Trump e von der Leyen, che in piazza San Pietro si sono scambiati una stretta di mano importantissima. Il dialogo si sta costruendo e anche il governo italiano ha la sua parte in questo percorso».
Manfred Weber sarà rieletto Presidente, è il candidato unico. Che rapporto ha con l’Italia?
«Molto stretto, di grande e reciproca fiducia. La sua conferma va nel segno dell’ottimo lavoro che è stato fatto a livello europeo. Con Noi Moderati è stato sempre disponibile, ha accolto e sostenuto la nostra richiesta di adesione ed ha un ottimo rapporto con Antonio Tajani, candidato alla vicepresidenza».
Se guardiamo alla storia della politica, negli ultimi cinquant’anni, l’Italia è stato il fondamento del PPE, con la Democrazia Cristiana ne eravamo il maggior azionista. Oggi avete un peso diverso, siete in Europa come costola popolare della destra italiana…
«Non ne sono convinta: il centrodestra italiano si sta rivelando lealmente europeista e sta lavorando per un dialogo crescente. Il nostro contributo di pensiero, di progetto, di valori si fa sentire nella maggioranza e la nostra capacità di costruire ponti con l’Europa è una risorsa per il governo. È necessario dialogare e costruire insieme. Se guardiamo alla storia europea, diventano attuali le parole di Schumann che ci ricorda che l’Europa non sarebbe stata costruita in una volta sola.» E questa è una fase fondamentale per il futuro dell’Europa».
Che ruolo hanno i moderati in Europa oggi?
«Hanno sempre svolto il ruolo dell’anello di congiunzione e di dialogo. Sono convinta che i moderati avranno un ruolo crescente, oggi di riavvicinamento delle persone alla politica. C’è un grandissimo vuoto nella politica italiana: il più grande partito d’Europa e anche d’Italia è l’astensionismo. Il 53% degli italiani non ha votato alle ultime europee. Ed è per questo che vogliamo arricchire l’offerta politica, portando le persone ad avvicinarsi alla politica a partire dalle competizioni regionali e locali dove stiamo avendo risultati incoraggianti».
Forza Italia con Berlusconi ha riportato la politica italiana nel PPE. Vi considerate un po’ i cugini degli azzurri?
«Abbiamo un ottimo rapporto, abbiamo corso insieme alle Europee, dove io stessa ero candidata. Oggi siamo tutti membri del PPE e insieme vogliamo rafforzarlo. Berlusconi ci ha insegnato tanto, è stato un grande sostenitore del progetto europeo e del popolarismo. Ricordo le sue parole rivolte al congresso degli Stati Uniti dove parlò di Europa unita e atlantista. Noi vogliamo far crescere quel progetto».
Intervista a Il Riformista