Cavo: “corro in ticket per salvare Genova dal centrosinistra”
Onorevole Cavo, prima di entrare nel merito della scelta di presentare in anticipo il ticket, ci spiega i motivi che l’hanno spinta ad accettare questa candidatura?
“Il mio sì nasce per l’amore che da sempre nutro per la mia città. E per il fatto che Piciocchi me lo ha chiesto con molta convinzione, così come ha fatto tutta la coalizione del Centrodestra, compreso il governatore Вuссі”.
Qualcuno ha storto il naso perché lei è anche parlamentare. Hanno detto che va a caccia di poltrone…
“In realtà è il contrario. Io la poltrona ce l’ho già. Se mi candido è perché so che col doppio ruolo, di vice sindaco e di parlamentare, potrò portare benefici a Genova. Si rassegnino i miei detrattori. E poi a Roma io ci sono perché mi ci hanno mandato i cittadini, facendomi vincere un collegio molto difficile come quello di Genova Ponente.”
Torniamo al ticket Piciocchi-Cavo. Perché annunciarlo prima?
“Per trasparenza e rispetto verso i genovesi. A sinistra criticano questa scelta, dicono che lo abbiamo fatto perché il candidato sindaco è debole e dovevano rafforzare la sua candidatura. Tutte storie. L’abbiamo fatto per dimostrare ai cittadini che la coalizione di centrodestra ha le idee chiare sul cosa fare e sul come realizzarlo. Altro che segno di debolezza, questo è un grande segnale di forza ed è per questo che la sinistra ci attacca”.
Dall’altra parte invece…
“Non possono farlo perché sono divisi, sono disomogenei. E se lo dicono prima finisce che litigano. Allora lo rinfacciano a noi”.
Tra i partiti di centrosinistra, poi, ci sono visioni politiche differenti, per non dire confliggenti. Non crede?
“È chiaro che se Silvia Salis dovesse trovarsi a governare con un vice di Azione o di Italia Viva la linea sarebbe più moderata; ma se come è facile immaginare dovesse avere come “secondo” un esponente dei Cinquestelle o dei Verdi, beh, ci troveremmo un a Genova con il “reddito di cittadinanza al pesto” e una serie di “no” infinita ai cantieri che portano sviluppo”.
Lei e il centrodestra, invece, che idea di città state proponendo?
“Genova è una città in crescita e in trasformazione e deve continuare a sviluppare sia le opere che sono già iniziate sia quelle che sono state progettate. Il Terzo valico e la gronda, per far uscire Genova dall’isolamento e collegarla meglio con Milano. E ancora il nuovo waterfront. Tutte opere che porteranno sviluppo a Genova. A tutto questo noi diciamo un “si” convinto. Dall’altra parte invece stanno già litigando su quali cantieri fermare… Con Verdi e Cinquestelle Genova rischia di fermarsi, di arretrare, rispetto ai macrodati che la danno in crescita grazie al governo del centrodestra”.
Concretamente quali sono i punti del vostro programma che ritenete qualificanti?
“Sono tre. Genova più forte, più accogliente, più sicura. Più forte perché deve crescere ancora di più nel sostegno alle imprese, perché se vengono aiutate a creare ricchezza poi la redistribuiscono. Più accogliente e sicura anche dal punto di vista della sua storia, della sua cultura. Mi ha colpito molto che la sinistra, nel presentare il suo programma, non abbia parlato di turismo. Ma come si fa? È giusto, come ho detto, tutelare l’industria, ma anche il settore turistico-culturale ha la sua importanza”.
Onorevole veniamo alle note dolenti. Alle regionali a Genova città il centrodestra è andato sotto. Onestamente siete preoccupati per questo gap da recuperare?
“Dobbiamo essere realisti ed è chiaro che abbiamo letto e analizzato i dati. Iniziamo col dire che a Genova la flessione registrata alle regionali è stata inferiore rispetto a quella delle Europee. Segno che il trend è cambiato. E la distanza, francamente, non mi sembra incolmabile…”.
Si è fatta un’idea del perché questo è successo con un sindaco uscente, amato, come Bucci?
“Io penso che abbiano influito i tanti cantieri a medio termine che, come succede inevitabilmente, hanno creato disagi ai cittadini, che non sempre hanno compreso”
Come se ne esce?
“La sfida è proprio far capire questa cosa. Da un lato dobbiamo spiegare che questi disagi porteranno a un miglioramento della città; dall’altro, però, dobbiamo capire come ridurre al minimo i disagi quotidiani nell’immediato”.
Cosa pensa della sua avversaria, Salis?
“La rispetto, ma ovviamente abbiamo visioni differenti. Mi ha attaccata dicendo che io sono stata catapultata da Roma, quando lei, da vice presidente del Coni, arriva da Roma… Ma la cosa che mi ha colpito è stata che nella sua presentazione non ha mai pronunciato la parola “donne”. Io credo invece che non solo bisogna parlare del loro ruolo di pilastri della società, ma bisogna anche aiutarle con politiche di conciliazione vita-lavoro. Quando ero in Regione abbiamo investito almeno un centinaio di milioni su questo tema. Infine mi si consenta una battuta, fatta con rispetto: direi che di Salis in politica, qui in Italia, ne abbiamo già una. Io mi fermerei lì…”.
Intervista a Libero