On.Bicchielli : « ottenuto voto favorevole alla missione Aspides nel Mar Rosso»
Onorevole Bicchielli, il merito è suo?
«Beh, direi almeno mio e dell’altro relatore, agli Esteri, Emanuele Loperfido. Abbiamo capito che si trattava solo di chiarire un equivoco lessicale. Quell’avverbio, eminentemente, non era nel corpo della risoluzione, ma solo nell’introduzione».
E, ha sostenuto Tajani, era rafforzativo, cioè non si doveva intendere come «soprattutto». È partito da questo assunto nella trattativa?
«In un certo senso sì. Sono partito da un fatto: in ogni parte del provvedimento si faceva esplicito riferimento al principio difensivo della missione, non si ipotizzava nessun possibile attacco. Quindi quell’“eminentemente” nella introduzione non poteva essere interpretato come un’apertura ad altri possibili scopi».
Era così facile? Dopo tutto i 5 Stelle hanno spesso posizioni radicali quando si parla di spese e interventi militari.
«Nel caso della missione, però, io credo che si sentisse una trasversale esigenza di portare tutto il Parlamento o una larga maggioranza a sostenere i nostri ragazzi in divisa. Mentre loro sono lì, a correre un rischio per difendere gli interessi nazionali, possiamo perderci dietro a un avverbio?».
Lei è alla prima legislatura e si è trovato a innescare una trattativa delicata. Qual è la sua storia professionale e politica?
«Sono giornalista e avevo società che si occupano di ricerca di mercato. Politicamente sono di centro, anche se ho iniziato la militanza con il Psdi. Ho ricoperto ruoli nazionali nel partito».
Candidato molte volte, ma eletto soltanto nel 2022.
«È vero, altre volte non è andata bene. L’ultima, nel 2018, mi sono scontrato proprio con l’ondata dei 5 Stelle che allora montava».
E questa volta ha condotto la trattativa proprio con loro. Anche se, va detto, Giuseppe Conte ritiene una sua vittoria aver ottenuto di eliminare i dubbi sulla natura della missione.
«Diciamo che abbiamo lavorato tutti insieme. E insieme diamo un bel segnale ai militari impegnati nella difesa dell’Italia all’estero».
Intervista al Corriere della Sera